Accertamenti fiscali: quanto tempo indietro?

Se in passato avete inviato o ricevuto un pagamento non registrato, è possibile che lo stesso venga sottoposto al controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Oppure mettiamo il caso che non abbiate inserito tale incasso nella dichiarazione dei redditi, potete stare tranquilli che trascorso l’anno, non vi siano altri controlli?

In realtà no, gli accertamenti fiscali hanno valore retroattivo e possono andare a spulciare informazioni fiscali distanti anche diversi anni. Ma fino a quanto tempo indietro possono andare?

Secondo le nuove norme, le verifiche e gli avvisi fiscali si possono notificare, pena la decadenza, entro: il quinto anno successivo all’anno in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi;

Invece il 31 dicembre del settimo anno successivo nel caso in cui la dichiarazione non sia stata presentata o sia stata considerata nulla.

Questo vuol dire che per capire se l’accertamento fiscale è legittimo il contribuente ha sempre il diritto-dovere di controllare la data di notifica dell’accertamento.

Facciamo un esempio, per il 2020, il diritto di riscossione scade se la notifica si riferisce ai seguenti anni:

2014 in caso di dichiarazione dei redditi irregolare;

2013 in caso di dichiarazione dei redditi omessa.

Quindi se si riceve un avviso di accertamento relativo al 2014 per una dichiarazione irregolare, tale avviso sarà valido solo se datato entro il 31 dicembre 2019.

Per tale ragione, nel caso in cui si ricevesse una notifica di riscossione, bisogna sempre controllare che i termini per l’accertamento siano stati rispettati.Quindi attenzione!

La data che va controllata subito prima di pagare è quella relativa alla consegna dell’avviso di accertamento da parte dall’Agenzia delle Entrate.

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