Errore medico, come funziona?

Un’attenta diagnosi evita l’errore medico. 

Se non vi è stata una valutazione puntuale ed efficace, il paziente può richiedere un risarcimento per errore medico. 

Ci sono due casi tipici. 

Il primo può avvenire dopo l’esame diagnostico, la gestione della terapia, la somministrazione di farmici o un intervento.

Se in questi contesti si prova l’omissione, l’errore o il ritardo è possibile affidarsi a un avvocato, il quale tramite perizia medico legale proverà che

gli eventi hanno compromesso lo stato di salute del paziente, aggravandone le condizioni di salute.

Questa tipologia di disattenzione, da parte del personale medico e sanitario, può portare il paziente a contrarre una patologia invalidante o, in casi estremi, lo porterà alla morte.

Se il paziente rimane in vita, potrà essere lui stesso a chiedere il risarcimento per errore medico; in caso di decesso, saranno gli eredi ad avviare le pratiche.

Quando il medico non riesce a certificare la patologia del paziente o la fa in modo errato, il degente può richiedere un risarcimento per errore diagnostico se vi sia un danno.

Questo tipo di errore, il più comune in campo medico, permette al paziente, o ai congiunti del deceduto, di richiedere i danni patrimoniali e non patrimoniali.

Il risarcimento per errore diagnostico, inoltre, può essere richiesto dai parenti della vittima quando le condizioni del loro familiare sono cambiate e lo stile di vita viene compromesso in modo irreversibile.

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