Proroga Pagamenti Agenzia delle Entrate riscossione
Fisco, la norma prorogata da 20 anni che abbassa il prelievo sulle rendite.
Per ogni due euro che stiamo per prendere dall’Europa ne avremmo già uno in cassa ogni anno.
Questo l’Europa lo sa ed è per questo che nel mezzo della crisi più importante dal dopoguerra ha deciso che oltre il 70% dei soldi che ci dà, non li regala, ma li presta.
Le risorse del Recovery fund ammontano a 209 miliardi, mentre l’evasione tributaria e contributiva è di quasi 110 miliardi.
Se c’è una riforma da fare è quella fiscale.
C’è un tema che va affrontato al riguardo, i redditi finanziari e il problema della scarsa tassazione delle plusvalenze dalle partecipazioni azionarie che pone l’Italia un Paese fortemente incentivante per i «padroni», chi ha quote di controllo di società ad azionariato diffuso.
«Formalmente si paga su essi il 26%.
Salvo che periodicamente vengono varate norme che consentono la rivalutazione delle partecipazioni con aliquote forfettarie molto più basse: all’inizio e cioè nel 2000 del 4%, e oggi del 11%.
La norma del 2000, è stata nei fatti prorogata per 20 anni di seguito attraverso il puro e semplice – ed invisibile all’occhio inesperto – spostamento in avanti della scadenza, spesso di pochi mesi
(nell’ultima versione di 45 giorni)», spiega il professor Di Tanno.Per ridurre l’evasione bisognerebbe archiviare una volta per tutte, la separazione tra chi riscuote le tasse e chi iscrive a ruolo quei debiti col Fisco.
Abbiamo 8mila Comuni che iscrivono a ruolo miliardi di posizioni, tra multe e bollette Tari non pagate.
Il tempo scorre inesorabile dal tributo fino alle cartelle fiscali che poi deve essere l’Agenzia delle Entrate-Riscossione a farsi carico dell’onere di riscuotere.
Quando invece potrebbero fare da sé.
La verità è che lo Stato si comporta allo stesso modo se si tratta di un debito di 150 euro frutto del pagamento non corrisposto di una multa o una frode societaria da 200mila.
Le banche dati poi non comunicano tra loro.
Da quella della Guardia di Finanza a quella delle Entrate a quelle delle procure che lavorano sui grandi contribuenti.
Figurarsi se comunicano con quelle delle migliaia di municipalizzate dello smaltimento rifiuti.Peccato.
Perché c’è già un mega-cervellone fiscale a Roma. Si chiama Sogei, ed è una società pubblica interamente controllata dal Tesoro.
Nei suoi database ha miliardi di informazioni.
Tutti i dati delle dichiarazioni precompilate ad esempio.
Interroghiamola più spesso.
Stiamo ragionando su un cloud nazionale che custodisca questi dati e permetta di incrociarli.
Lo facciamo anche in chiave anti-evasione?
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