Come funziona se viene aggredito il conto corrente e quali sono i trucchi legali per difendersi?
Quando si contrae un debito pubblico o privato, uno dei timori più diffusi è il pignoramento del conto corrente.
Ma la paura che i propri risparmi possano essere attaccati dai creditori è fondata?
Sebbene la risposta sia affermativa, c’è bisogno che il creditore pubblico o privato metta in atto una semplice ma precisa procedura.
Ma è ancora più importante sottolineare che il debitore può utilizzare degli escamotage del tutto legali per difendersi totalmente o parzialmente dagli attacchi legittimi sferrati dai creditori, che si tratti del Fisco o di un soggetto privato.
Quando scatta il pignoramento del conto corrente
Innanzitutto, non è plausibile che per un debito contratto di importo non cospicuo, il credito possa rifarsi sul conto corrente del debitore, addirittura con un pignoramento. E’ pur vero, che proprio negli ultimi tempi è diventato più facile per l’Agenzia delle Entrate pignorare un conto corrente. Infatti, il Fisco può mettere in atto tale procedura senza attendere la decisione di un giudice, in quanto per esempio la cartella esattoriale rappresenta già un atto esecutivo. Ma la stessa possibilità, per molti casi, è concessa anche al creditore privato.Procedere a un pignoramento significa avviare un procedimento giudiziario i cui costi non sono certamente bassi, e che comunque deve anticipare il creditore.
Prima di giungere a un pignoramento del conto corrente, il creditore deve inviare un avviso al debitore: l’atto di precetto. Si tratta di un ultimatum ricevuto dal debitore per cui ha 10 giorni di tempo rientrare dal debito.
Qualora il debitore non provvedesse entro tale termine a rientrare dal debito, ecco che scatterebbe il pignoramento sul conto corrente.
Di conseguenza, la banca o la posta sono obbligati al blocco del conto corrente che proseguirà fino alla sentenza del giudice, la cui data d’udienza è indicata sull’atto di pignoramento.
Solo a quel punto, il magistrato può autorizzare il versamento della somma pretesa dal creditore con un prelievo sul conto corrente pignorato.
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