Rifiuta il posto nell’azienda del padre: il figlio ha diritto al mantenimento?

Rifiuta il posto nell’azienda del padre: il figlio ha diritto al mantenimento?

Rimane dovuto il mantenimento nei confronti del figlio maggiorenne e universitario che ha rifiutato il posto di lavoro a causa del forte conflitto con il padre?

 
La Corte di Cassazione, sesta sezione civile, nell’ordinanza n. 30540/2017, ha stabilito che non sussiste la colpevolezza del giovane, in quanto non si
 
tratterebbe  di una vera e propria occasione di lavoro, ma di una parte del rapporto tra genitore e figlio.
 
Importante, allora, l’assegno di mantenimento corrisposto dal padre al figlio che il Tribunale aveva ridotto rispetto alla somma definita in precedenza.
 
A seguito dell’appello incidentale del figlio e della madre, la Corte d’Appello ha giudicato insussistente l’affermata colpevole inerzia del giovane che aveva avuto come conseguenza la revoca  dell’obbligo contributivo.
 
Anche in Cassazione non sono state apportate modifiche:
 
per i giudici di legittimità, la Corte d’appello aveva
correttamente motivato la sentenza.
 
Il mantenimento del figlio maggiorenne, infatti, non
cessa automaticamente con il raggiungimento della maggiore età,
ma perdura fino al raggiungimento dell’indipendenza economica o al rifiuto ingiustificato di cogliere le proposte lavorative ordinarie per raggiungere la propria indipendenza.
 
Nel caso appena riportato, non si tratta di un ordinario inserimento lavorativo in quanto non si tratta di un
inserimento stabile nel mondo del lavoro.
 
Il ricorso va dunque respinto e il ricorrente
condannato al pagamento delle spese processuali.
 
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